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Le parole di Djordjevic alla vigilia dell’esordio di campionato contro Cantù.

26/09/2020


Le parole di Djordjevic alla vigilia dell’esordio di campionato contro Cantù.

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Le parole di Djordjevic alla vigilia dell’esordio di campionato contro Cantù.

“La settimana è stata lunga, dopo la Supercoppa. Abbiamo approfittato per tornare sulle nostre cose, lavorare sulle certezze, oggi aspettiamo l’ultimo allenamento per affrontare questo inizio di campionato che tutti aspettiamo. Quanto visto finora ci dà buone sensazioni, possiamo giocare, organizzare il campionato, poi inizieremo l’Eurocup entrando subito nella dinamica che sapevamo. Cantù è una gara importante, come qualsiasi inizio. Rispettiamo l’avversario, Pancotto ha avuto molto tempo per preparare questa partita e su questo dovremo riflettere ed essere pronti. Potremo trovarci davanti a qualche cosa di inaspettato, dato che non li abbiamo ancora visti giocare. Noi cerchiamo il nostro gioco e andiamo avanti preparandoci bene per la sfida”

Alla luce delle Final Four, hai avuto la consapevolezza che la tua squadra faccia parte di un certo range? “Il campo ci darà le risposte, non dice mai bugie. Si è lavorato in quella direzione, se siamo o no all’altezza lo vedremo. Perdendo vorrà dire che non lo siamo, ma ci sarà sempre da considerare anche gli avversari. Il tempo aiuta, ci sono momenti in cui abbiamo sfruttato la nostra idea di gioco, il nostro sistema, e ci siamo avvicinati a quello che volevamo fare. Altre volte non ci siamo riusciti, ma tutto dipende anche dal momento in cui siamo, dagli avversari e dal livello fisico. E la prontezza fisica, quando non giochiamo bene, si vede che incide. Dopo arrivano le sicurezze, la fiducia. I nostri margini di miglioramento sono tanti, e questa non è una frase banale. Lavorando dobbiamo cercare il miglior gioco, e questo tocca a me come ai ragazzi”

E’ stata un preseason particolare, con molte partite, e questa è stata l’unica settimana in cui avete potuto allenarvi una settimana intera. “La macchina per andare forte deve riempire il serbatoio, altrimenti rischi di andare in riserva. Questo sistema non ha aiutato le squadre, specie quelle che sono arrivate alla fine. Non siamo ancora al livello di poter giocare tante partite al 100%, e questa è stata una anomalia che ci ha portato ad analisi. Questo eccesso non ci ha aiutato, perché noi teniamo molto alla preparazione fisica, e vedo le differenze. E’ stato poi un inizio molto veloce, ci siamo radunati e già comincia il campionato: da un certo punto di vista fa bene, dall’altro lato dopo tanti mesi senza giocare può non andare bene. Dispiace aver disputato la finale nella nostra città davanti ad 8000 sedie e 2000 tifosi, e per una squadra come la nostra, in questa città, avere un certo ambiente ti aiuta anche se hai degli acciacchi. Ma non penso sarà l’ultima volta che capiterà, nel 2020. Non è facile resettare, ripartire da zero: non dobbiamo pensare a quello che abbiamo lasciato, ma ricominciare per creare chimica e serenità.”

Tutti disponibili domani? “Sì. E anche se non volessero li obblighiamo…”

Adams? “Procede bene. E’ capitato in un certo sistema di gioco, con le sue esigenze. Non dobbiamo valutare l’ultima partita ma la sua preparazione. Ha già avuto modo di far vedere le due parti della sua medaglia, ora tocca al coach metterlo nella condizione giusta per poterci aiutare. Deve stare tranquillo e ricordare che lo abbiamo cercato perché esprima il suo miglior gioco, e se questo secondo lui non va nella sua direzione non serve deprimersi o abbattersi. Ci possono anche essere errori nelle mie letture”

La preparazione della Coppa, i tamponi? “Noi siamo pronti, dobbiamo convivere con questa cosa. Ci sono delle professioni che soffrono, gli sportivi stanno cercando di capire se tornando dalla Lituania dovremo fare o no il tampone al nostro rientro per poi giocare a Brescia. La situazione non aiuta, io ho visto i tifosi fare la coda per fare gli abbonamenti e questo mi ha fatto capire che stiamo facendo qualcosa di buono. Spero in qualche mese di poter vedere i palasport anche solo pieni a metà, sarebbe un modo per far capire che lo sport è salute. Io sono autorizzato a non usare la mascherina, ma dobbiamo passare attraverso la gente, che facciamo? Comunque ne ho parlato tanto, mi limito a dire che faremo quello che ci verrà chiesto dall’Eurolega, sapendo che altre squadre hanno avuto casi anche tra gli allenatori. In Eurocup faremo zona, senza toccare nessuno… per il nostro modo di giocare è difficile capire, ma bisogna farlo”

Aver visto tutta la gente in coda ieri, emotivamente cosa porta? “Li vorrei sentire al Palasport, perché quando senti il pubblico cantare un’ora e mezza prima… Naumoski diceva che sentendo la gente cantare aveva l’impressione di poter fare 10/10. C’è tanto pubblico che compra il biglietto per la partita, altri che lo fanno per lo spettacolo, gli sfottò. Senza la gente senti anche i giocatori che si gridano ‘passala’…”

Ti aspettavi qualcosa di più da Teodosic e Markovic in Coppa? “Ci si aspetta sempre qualcosa di più, ma ci possono essere tante ragioni. La forma, gli avversari, non si gioca mai 5 contro 0. Milano ci dimostra che serve fisicità, a questi livelli”

 

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